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Video Game Zone: un’incredibile esperienza al Museo Nazionale del Cinema di Torino

Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha recentemente inaugurato la Video Game Zone, una delle prime aree permanenti in Italia e nel mondo interamente dedicate ai videogiochi all’interno di un museo. Questo spazio permette ai visitatori di immergersi nel mondo dei videogiochi attraverso una proiezione centrale che raccoglie spezzoni di film e serie TV che citano, omaggiano o si ispirano ai videogiochi. Ci sono quattro postazioni audiovisive che mostrano introduzioni e trailer dei videogiochi, oltre a materiali che raccontano il processo di creazione dei giochi, arricchiti da immagini di repertorio del making of e del gameplay. Questi elementi offrono una panoramica dell’evoluzione dell’estetica e delle tecniche di produzione dei videogiochi, dai rotoscope alla motion capture, fino a segmenti di live action. Inoltre, l’allestimento include teche contenenti concept art, schizzi, documenti di design e asset di preproduzione provenienti dai diversi universi narrativi videoludici.

TORINO 2/07/2024 VIDEO GAME ZONE è tra le prime sezioni museali permanenti dedicate al mondo videoludico presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino

Foto: Stefano Guidi/Museo Nazionale del Cinema

Oltre alla creazione di quest’area dedicata, il Museo ha lanciato una campagna di acquisizione di materiali legati al mondo del gaming, che comprende rari e inediti documenti di produzione e game design, concept art, manuali tecnici, storyboard, disegni preparatori, sceneggiature e oggetti utilizzati nelle fasi creative antecedenti al rilascio dei giochi. Questi materiali, spesso persi o cancellati, sottolineano come il processo di creazione di un videogioco sia, in molti casi, simile a quello di un film. L’area è curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo, e dal game designer Fabio Viola, in collaborazione con l’Università di Torino, che da anni conduce ricerca e didattica sui temi legati alla cultura del gaming. Dopo le sale dedicate alla realtà virtuale e all’intelligenza artificiale, il Museo si apre ancora una volta a nuovi linguaggi, indirizzandosi a un pubblico sempre più vasto e variegato.

Domenico De Gaetano spiega che, pur avendo caratteristiche e metodi di fruizione diversi, il cinema e i videogiochi condividono molte intersezioni e influenze reciproche. Questo spazio rappresenta il primo passo verso una grande mostra futura che esplorerà queste connessioni. L’inclusione dei videogiochi nel museo del cinema è vista come un passo significativo per diversi motivi: il Museo del Cinema è una realtà storica che documenta l’evoluzione del cinema, dai primi esperimenti visivi del Settecento fino alle attuali tecnologie digitali. Tuttavia, il cinema è un’arte in continua evoluzione e il museo deve riflettere questa trasformazione, accogliendo senza pregiudizi le novità del presente per proiettarle nel futuro.

TORINO 2/07/2024 Premio Stella della Mole a David Cage presso il Museo Nazionale del Cinema di Torino Foto: Stefano Guidi/Museo Nazionale del Cinema

De Gaetano osserva che i videogiochi e il cinema hanno preso l’uno dall’altro, condividendo un linguaggio audiovisivo comune e paradigmi di produzione simili. L’evoluzione dei trailer dei videogiochi e l’uso di tecniche come il rotoscope e la motion capture dimostrano quanto i videogiochi possano offrire un’esperienza cinematografica. Inoltre, attori e attrici prestano sempre più spesso il loro volto ai personaggi dei videogiochi, e le ricostruzioni in 3D sono utilizzate sia nel cinema che nei videogiochi. Questo percorso solleva anche importanti riflessioni sulla conservazione e fruizione delle opere digitali, considerando che molti oggetti digitali si manifestano solo tramite codice elaborato da un computer.

Fabio Viola, co-curatore dell’allestimento, aggiunge che l’inclusione dei videogiochi nel Museo del Cinema non è solo un riconoscimento della loro dignità artistica, ma anche un modo per stimolare il dialogo tra forme d’arte diverse e complementari. L’obiettivo futuro è acquisire ulteriori materiali di produzione o pre-produzione, solitamente invisibili ai giocatori, per mostrare al pubblico la complessità creativa e di scrittura dei videogiochi. Questo può interessare non solo studiosi di semiotica, ma anche appassionati di videogiochi e cinema, poiché molti autori oggi lavorano con diversi linguaggi e si influenzano reciprocamente. Entrare in un museo significa per il videogioco essere riconosciuto come parte della cultura, oltre che come forma di intrattenimento.

Ovviamente ad un evento del genere è stato invitato e premiato una delle persone che ha fatto sue le tecniche di sceneggiatura, inquadrature fino ad essere il primo ad avvalersi di attori di Hollywood, David Cage, fondatore di Quantic Dream e artefice di giochi del calibro di Fahrenheit, Heavy Rain, Beyond: Two Souls and Detroit: Become Human sui quali ha tenuto una masterclass spiegando a cosa si è ispirato per crearli e quali tecniche cinematografiche ha implementato nella realizzazione.

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