Il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha recentemente inaugurato la Video Game Zone, una delle prime aree permanenti in Italia e nel mondo interamente dedicate ai videogiochi all’interno di un museo. Questo spazio permette ai visitatori di immergersi nel mondo dei videogiochi attraverso una proiezione centrale che raccoglie spezzoni di film e serie TV che citano, omaggiano o si ispirano ai videogiochi. Ci sono quattro postazioni audiovisive che mostrano introduzioni e trailer dei videogiochi, oltre a materiali che raccontano il processo di creazione dei giochi, arricchiti da immagini di repertorio del making of e del gameplay. Questi elementi offrono una panoramica dell’evoluzione dell’estetica e delle tecniche di produzione dei videogiochi, dai rotoscope alla motion capture, fino a segmenti di live action. Inoltre, l’allestimento include teche contenenti concept art, schizzi, documenti di design e asset di preproduzione provenienti dai diversi universi narrativi videoludici.
Oltre alla creazione di quest’area dedicata, il Museo ha lanciato una campagna di acquisizione di materiali legati al mondo del gaming, che comprende rari e inediti documenti di produzione e game design, concept art, manuali tecnici, storyboard, disegni preparatori, sceneggiature e oggetti utilizzati nelle fasi creative antecedenti al rilascio dei giochi. Questi materiali, spesso persi o cancellati, sottolineano come il processo di creazione di un videogioco sia, in molti casi, simile a quello di un film. L’area è curata da Domenico De Gaetano, direttore del Museo, e dal game designer Fabio Viola, in collaborazione con l’Università di Torino, che da anni conduce ricerca e didattica sui temi legati alla cultura del gaming. Dopo le sale dedicate alla realtà virtuale e all’intelligenza artificiale, il Museo si apre ancora una volta a nuovi linguaggi, indirizzandosi a un pubblico sempre più vasto e variegato.
Domenico De Gaetano spiega che, pur avendo caratteristiche e metodi di fruizione diversi, il cinema e i videogiochi condividono molte intersezioni e influenze reciproche. Questo spazio rappresenta il primo passo verso una grande mostra futura che esplorerà queste connessioni. L’inclusione dei videogiochi nel museo del cinema è vista come un passo significativo per diversi motivi: il Museo del Cinema è una realtà storica che documenta l’evoluzione del cinema, dai primi esperimenti visivi del Settecento fino alle attuali tecnologie digitali. Tuttavia, il cinema è un’arte in continua evoluzione e il museo deve riflettere questa trasformazione, accogliendo senza pregiudizi le novità del presente per proiettarle nel futuro.
De Gaetano osserva che i videogiochi e il cinema hanno preso l’uno dall’altro, condividendo un linguaggio audiovisivo comune e paradigmi di produzione simili. L’evoluzione dei trailer dei videogiochi e l’uso di tecniche come il rotoscope e la motion capture dimostrano quanto i videogiochi possano offrire un’esperienza cinematografica. Inoltre, attori e attrici prestano sempre più spesso il loro volto ai personaggi dei videogiochi, e le ricostruzioni in 3D sono utilizzate sia nel cinema che nei videogiochi. Questo percorso solleva anche importanti riflessioni sulla conservazione e fruizione delle opere digitali, considerando che molti oggetti digitali si manifestano solo tramite codice elaborato da un computer.
Fabio Viola, co-curatore dell’allestimento, aggiunge che l’inclusione dei videogiochi nel Museo del Cinema non è solo un riconoscimento della loro dignità artistica, ma anche un modo per stimolare il dialogo tra forme d’arte diverse e complementari. L’obiettivo futuro è acquisire ulteriori materiali di produzione o pre-produzione, solitamente invisibili ai giocatori, per mostrare al pubblico la complessità creativa e di scrittura dei videogiochi. Questo può interessare non solo studiosi di semiotica, ma anche appassionati di videogiochi e cinema, poiché molti autori oggi lavorano con diversi linguaggi e si influenzano reciprocamente. Entrare in un museo significa per il videogioco essere riconosciuto come parte della cultura, oltre che come forma di intrattenimento.
Ovviamente ad un evento del genere è stato invitato e premiato una delle persone che ha fatto sue le tecniche di sceneggiatura, inquadrature fino ad essere il primo ad avvalersi di attori di Hollywood, David Cage, fondatore di Quantic Dream e artefice di giochi del calibro di Fahrenheit, Heavy Rain, Beyond: Two Souls and Detroit: Become Human sui quali ha tenuto una masterclass spiegando a cosa si è ispirato per crearli e quali tecniche cinematografiche ha implementato nella realizzazione.